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  • Immagine del redattoreEmma Citrino

Emozioni a colori


Cosa sono le emozioni? E perché sono così importanti?

Tutti proviamo emozioni, ma come possiamo definire una cosa così intima che avvertiamo nel nostro cuore, dentro allo stomaco?

Effettivamente, non è sbagliato individuare nel nostro corpo la sede delle nostre emozioni. Queste infatti vengono definite come "esperienze complesse di sentimenti che si manifestano a livello fisico (aumento del battito cardiaco o della sudorazione), psicologico (valutazione positiva o negativa di ciò che stiamo vivendo) e comportamentale (espressione del viso come: il sorriso, fuga di fronte ad una minaccia, attacco)". Come ben spiegato da David G. Mayer, le emozioni producono: “…attivazione fisiologica, comportamenti espressivi ed un’esperienza cosciente”.


"...physiological arousal, expressive behaviors, and conscious experience."

-David G. Meyer-


È proprio su quest’ultima caratteristica che vorrei soffermarmi: un’esperienza cosciente.

Nel momento in cui avviene qualcosa che genera in noi un’attivazione (arousal), contemporaneamente entrano in gioco i nostri processi cognitivi che, attraverso un processo definito labeling (etichettamento), trasformano l’esperienza percettiva in esperienza interna. In altre parole, è grazie all’attribuzione di senso che diamo alle nostre percezioni che riusciamo a dare un nome alle nostre emozioni.


Provare emozioni è un’esperienza innata e necessaria. Una delle funzioni base che rivestono è infatti ciò che viene definito preparedness (prontezza), una funzione adattiva molto importante nella nostra vita in quanto ci permette di agire e reagire alle richieste dell’ambiente (interno ed esterno).

Le emozioni sono quindi adattive, innate ed universali. Così come studiato e dimostrato da Charles Darwin, Plutchik e dagli studi transculturali di Paul Ekman.

Fin dalla nascita, il neonato è dotato di un repertorio emotivo primario, formato da: gioia, paura e rabbia.

Con il passare del tempo, a queste emozioni primarie, si aggiungono altre emozioni di base: sorpresa, tristezza, ansia e disgusto.

La combinazione delle emozioni primarie, infine, e l’interazione sociale con l’altro ed il mondo, vanno a formare l’insieme delle emozioni secondarie o complesse:


-allegria, invidia, vergogna, speranza, perdono, nostalgia, rimorso-


È bene sottolineare come nessuna emozione, per quanto sgradevole, sia di per sé sbagliata. Tutte le emozioni e le loro combinazioni sono invece funzionali per la nostra vita ed il nostro benessere.

Quando queste diventano insostenibili o difficili da gestire, parlare con un professionista aiuta a riprendere il controllo sulla propria vita. L’obiettivo essenziale sul quale puntare sarà pertanto prendere coscienza dell’insieme di sfumature emotive che possiamo sperimentare, accettare ciò che stiamo proviamo per non lasciarci dominare.

Come si raggiunge questa consapevolezza e controllo?

Attraverso un allenamento a riconoscere, comprendere, accettare e gestire le emozioni; rafforzando ciò che Daniel Goleman definisce: Intelligenza emotiva.


Per iniziare questo viaggio verso un’esperienza consapevole (Mindful) delle emozioni, lascio di seguito la rappresentazione grafica dello spettro delle emozioni elaborata da Plutchik.


- Partendo dalle 8 emozioni primarie: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia e apsettativa; si descrive l'intensità con cui ciascuna emozione può manifestarsi. Da un'intensità più lieve (colore più chiaro), fino ad arrivare all'emozione nella sua forma più intensa e meno controllata (rappresentata dal colore puro al centro del fiore) -



Anche se le emozioni sono fenomeni innati, il loro controllo e la capacità di riconoscimento e comprensione delle stesse non è sempre un processo automatico. Richiedere aiuto ad uno specialista non fa di te una persona poco sensibile o poco intelligente. Imparare a conoscersi e a riconoscere le proprie emozioni è fonte invece di crescita personale e di un migliore adattamento alla vita.


 

Bibliografia e sitografia.


Zammuner, V.L., e Frijda, N.H. (1991). Feeling and labeling emotions elicited by sadness- and

jealousy-antecedents. Relazione presentata al Meeting of the International Society for Research

on Emotion, Saarbrucken, Luglio.


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